Il terzo millennio ha visto l’ascesa definitiva dell’elettronica: dai cellulari ai televisori, dalle lavatrici ai televisori, la tecnologia ci assiste in ogni aspetto della vita quotidiana. Come poter dire di no a un espresso cremoso la mattina o a dei piatti perfettamente puliti senza il minimo sforzo?
Gli apparecchi elettronici sono diventati i migliori amici dell’uomo. Tuttavia, anche loro ci lasciano: è emerso da diverse indagini che, al massimo dopo cinque anni, una persona cambia il proprio smartphone e una lavatrice, dopo 10.
Ma che fine fanno i nostri apparecchi elettronici? Per quanto riguarda i cellulari, spesso vengono erroneamente abbandonati in remoti cassetti da qualche parte in casa, mentre gli apparecchi elettronici più grandi vengono portati nelle isole ecologiche comunali o, nel peggiore dei casi, dispersi nell’ambiente. Quando apparecchiature del genere terminano il proprio ciclo vitale diventano RAEE, Rifiuti derivanti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche; rientrano in questa categoria anche i rifiuti prodotti da dispositivi che, per il loro funzionamento, dipendono da correnti elettriche o campi elettromagnetici.
I RAEE possono contenere sostanze inquinanti, ed è quindi fondamentale gestirli attraverso una corretta procedura di recupero che differenzi i materiali di cui sono composti, quali rame, ferro, vetro e mercurio: il loro abbandono ha conseguenze gravissime per l’inquinamento del suolo, dell’aria, dell’acqua e della nostra stessa salute.
È quindi fondamentale gestire tali rifiuti seguendo un processo rigoroso che non è solo un fattore di sostenibilità ambientale, ma soprattutto rappresenta un risparmio di risorse e un enorme beneficio economico; i dispositivi riciclati possono infatti essere utilizzati per creare nuove apparecchiature elettroniche e favorire di conseguenza l’economia circolare. Tale processo ha generato, solo nel 2019 e solo in Italia, oltre 100 mila posti di lavoro. I RAEE, se correttamente gestiti,sono una grande risorsa economica dalla quale è possibile recuperare materie prime -seconde che possono essere utilizzate per produrre nuove apparecchiature rientrando così nel ciclo di produzione, chiudendo di fatto il ciclo di vita di un prodotto.
Inoltre, si tratta di un processo estremamente conveniente: secondo un rapporto di Environmental Science & Technology, l’attività di estrazione di minerali per la produzione di nuovi dispositivi costa 13 volte tanto rispetto al recupero da rifiuti tecnologici degli stessi materiali.
Per facilitare il recupero dei RAEE è stato emanato il Decreto legislativo n.49/2014, che ne disciplina la gestione e impone alle aziende degli obblighi di recupero e riciclaggio che riguardano il tasso di raccolta differenziata dei rifiuti, il loro ritiro e trasporto, l’individuazione della corretta categoria di appartenenza e, infine, il corretto trattamento in base alle caratteristiche specifiche del singolo rifiuto.
L’attività del recupero e del riciclo dei RAEE è dunque una grande opportunità economica che, se sfruttata a dovere, potrebbe generare fino a 62,5 miliardi di dollari all’anno e creare milioni di posti di lavoro in tutto il mondo: credendo in questa visione, Interseroh TSR offre un servizio di consulenza aziendale che ha l’obiettivo di guidare le imprese verso una corretta gestione dei dispostivi elettronici a fine vita, così da individuare tutte le opportunità all’interno di ogni sistema produttivo.