La pandemia di Covid-19 ha cambiato gli stili di vita dei consumatori e ha alimentato l’uso di shopping online e servizi d’asporto. Questo cambiamento delle scelte e delle modalità di acquisto ha influito sull’economia nazionale e ha avuto ripercussioni sulle filiere di valorizzazione dei rifiuti derivati da imballaggi. Questa trasformazione del mercato e delle preferenze dei consumatori ha gravato sulle spese che le aziende devono affrontare. Questa nuova situazione ha provocato notevoli aumenti nei contributi da versare per gli imballaggi in acciaio, plastica e vetro.
I rapporti di Corepla, Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, da anni registra una crescita costante delle quantità di rifiuti riciclati che, stando ai dati, è stata solo rallentata dall’arrivo della pandemia. Nonostante la crisi, infatti, il riciclo degli imballaggi nel 2020 si è mantenuto su un buon livello. Il tasso di riciclo è salito al 73% dell’immesso al consumo, con un incremento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. I tassi di riciclo dei rifiuti d’imballaggio si sono confermati su soglie record per l’intero continente: carta (87%), vetro (79%), plastica (49%), legno (62%), alluminio (69%), acciaio (80%).
Gli Stati membri della Comunità europea si sono mossi per affrontare questa repentina crescita dei rifiuti da imballaggi e le conseguenze della pandemia. La Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio, integrata dalle successive Direttive 2004/12/CE e 2005/20/CE del 9 marzo 2005, è il nuovo regolamento che definisce le misure nazionali per la gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. La direttiva si applica a tutti gli imballaggi introdotti sul mercato europeo e a tutti i rifiuti d’imballaggio, impiegati o scartati da industrie, esercizi commerciali, uffici, laboratori, servizi, nuclei domestici e a qualsiasi altro livello.
Il fine della Direttiva è prevenire e ridurre l’impatto sull’ambiente e garantire il corretto funzionamento del mercato interno, prevenendo così l’insorgere di complicazioni nelle transazioni anche all’interno della Comunità europea. Gli stati membri hanno messo a punto misure volte a prevenire la formazione dei rifiuti d’imballaggio per incoraggiare lo sviluppo di sistemi di raccolta e riutilizzo degli stessi.
Il 14 aprile 2020, la Commissione europea ha pubblicato il “Waste management in the context of the coronavirus”, delle linee guida sulle modalità di gestione dei rifiuti in seguito all’emergenza sanitaria. L’intervento è volto ad accelerare la transizione verso soluzioni di imballaggio sempre più sostenibili e un modello di economia circolare. Le norme di agevolazione dell’economia circolare offre ai produttori la possibilità di potersi organizzare autonomamente, anche in forma collettiva, la gestione dei propri rifiuti di imballaggio sull’intero territorio nazionale o di aderire a uno dei Consorzi di filiera.
Il brusco cambiamento dato dall’inizio della pandemia non ha paralizzato i processi di riciclo e l’Italia ha dimostrato una delle performance migliori tra i paesi leader europei. Alcune filiere del riciclo che hanno già raggiunto in anticipo gli obiettivi fissati, mentre altre, soprattutto nel primo semestre, hanno maggiormente pesato le restrizioni per il contenimento del COVID-19 e il calo della domanda, con un recupero solo parziale nella seconda parte dell’anno.
Nel 2021 in Italia poi è stato approvato il PNRR, il piano per rilanciarne l'economia dopo la pandemia di COVID-19, che colma il vuoto legislativo e stimola il cambiamento verso una struttura circolare dell’economia attraverso una serie di agevolazioni. All’interno di esso è di particolare interesse il PNGR, il programma nazionale per la gestione dei rifiuti. L'obiettivo è colmare il gap impiantistico, aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclaggio tramite la definizione di criteri e linee strategiche. Il PNGR indica la necessità di pianificare i target e le strategie basandosi su un’attenta quantificazione dei flussi di rifiuti, prevedendo anche piani di gestione di rifiuti e la ricognizione nazionale dell’impiantistica.
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